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Profumi antichi di tenere malizie d'amore, odori salubri di fragrante campagna, memorie di educata e prudente conversazione tra generazioni e segmenti sociali. Renato Ferrari vive e sopravvive disciolto nell'amabile e disincantato ritratto di Trieste e della reinventata bisnonna Charlotte von Kofler, sposata Fabiani, madre del grande architetto Max e di altri undici figli, sullo sfondo di paesini del Carso sloveno che oggi sono ancora rintracciabili e uguali ad allora: San Daniele (Stanjel), Kobdilj. Sono lì; così; tanto, quei paesi immersi in un tempo a parte, in una quiete non inquietante, che si potrebbe immaginarli come allestimento naturale di un set cinematografico. Le case ci sono. Il pozzo c'è;. La panca del bacio. Il gelso, perfino. E quell'aria sottile che piace a chi l'ha persa per sempre e ne prova inevitabile, momentanea, edulcorata nostalgia.